giovedì 19 settembre 2013

Rientro a Crotone

La sosta a Catania, sicuramente la più bella, si è conclusa la sera di sabato 14. Alle 8,30 abbiamo mollato gli ormeggi, ed io ed il giovane Federico, ed abbiamo fatto rotta su capo Spartivento, 060°, per 50 miglia.
 Una notte bellissima, la cui monotonia è stata interrotta da un'operazione di soccorso ad un barcone di 141 clandestini al largo di Siracusa, che abbiamo seguito in parte per radio VHF.
 Abbiamo manovrato per lasciar passare una nave passeggeri diretta allo Stretto di Messina, e ci siamo gustati l'alba doppiando Capo Spartivento.
 Alle 7,30 avevamo allamato tre bei pesciotti, assicurandoci così la cena. Intorno a mezzogiorno di domenica siamo entrati a Roccella.
Ad accoglierci c'era il TV(CP) Indelicato, comandante del locale Circomare, che è stato con noi per un caffè, e che ci ha dato tutta l'ospitaltà di cui avevamo bisogno. Davvero una brava persona ed una bella figura di Ufficiale.
 Il meteo ci ha imposto una sosta di due giorni e tre notti a Roccella, ma non è stato per niente un sacrificio. Abbiamo trovato il buon Giovanni, dell'associazione nazionale Bersaglieri, che, da volontario, è lì ad assistere i naviganti di passaggio. Per un offerta volontaria ci ha messo a disposizione due biciclette e le docce calde. La pizzeria del porto poi da sola meriterebbe la sosta.
 Il pomeriggio successivo, quindi, alla scoperta di questo bel paesino arroccato tra la montagna ed il mare. Tutta gente disponibile ed ospitale, dal macellaio al fr è stata fruttivendolo, tutti pronti a regalarti un sorriso ed una battuta. La salita al castello medievale è stata faticosa, ma ne è valsa la pena.
A parte la bellezza del posto, la vista da lassù è veramente eccezionale. Quindi sosta in Piazza per una bella granita ed in barca a preparare un bello spezzatino.
 Il secondo giorno ci siamo dati a qualche lavoretto di manutenzione ed alla scoperta del porto. Nei pressi dell'imboccatura, sul molo di sopraflutto, sono ormeggiate diverse imbarcazioni dei clandestini. Sono lì, con ancora a bordo scarpe da donna e da bambino, indumenti vari, borse ed accessori miserevoli ed abbandonati, a testimoniare di questa che è una vera tragedia biblica, che si perpetua oramai da quasi venti anni e che nessuna politica, almeno in questo paese, potrà mai arrestare. Una migrazione che, col tempo, cambierà la struttura stessa della società e, non governata, chissà poi davvero, dove ci porterà.
La mattina di mercoledì, alle 0500, partenza per Crotone. All'inizio la navigazione è stata tranquilla, ed alle 0715 avevamo già a bordo una bella palamita di quasi un chilo. Ma l'abbiamo scontata, perche il Golfo di Squillace, questa volta, non si è smentito. A dispetto di ogni previsione, tranne che quella dell'Aeronautica Mmilitare che aveva emesso un avviso di burrasca, ci siamo presi un mare abbastanza impegnativo.
 Burrasca da NW forza 6 con mare 5/6. Raffiche sino a 33 nodi, al traverso, con onde alte e frangenti, schiuma nebulizzata nell'aria, e planate sino a 10 nodi, che il Sea Project non si ricorda, almeno con me. 35 miglia di questo sbattimento, che è durato sino quasi al traverso di Isola Capo Rizzuto dove, d'improvviso, tutto è finito. Abbiamo quindi doppiato Capo Colonna, con mare calmo ed un bel libeccino che, comunque, ci spingeva a 5/6 nodi. Arrivo quindi in porto, ormeggio alla Lega, e cena a base di pesce a bordo, innaffiata da una bella bottiglia di Cirò bianco. Stamane, dopo una dormita storica, abbiamo disarmato la barca, riposto tutto ed ora, a parte qualche piccolissima cosa da fare all'ultimo momento, siamo pronti all'alaggio dal buon Elio, nel Porto Grande.
Così finisce la Crociera del 2013, che mi ha portato a fare il giro della Sicilia, all'85% da solo, a vedere ed a gustare, prendendomi tutto il tempo che volevo, posti e città bellissimi, che mi ha fatto conoscere e ritrovare gente meravigliosa, e forse, almeno in parte, anche me stesso, che poi era il vero motivo di questo indimenticabile viaggio.




















Mi auguro di svernare con un lavoro, almeno part time, e di poter riprogrammare un altro giro in barca per l'anno prossimo, e poi...chissà.
Buon Vento a tutti.

domenica 15 settembre 2013

Catania

Catania mi ha preso, tra le sue braccia affettuose, con l'abbraccio di tanti amici e colleghi con i quali ho condiviso un periodo bellissimo ed importantissimo della mia vita, quello in cui mi sono dovuto inventare il lavoro di pilota della Guardia Costiera. L'affetto che mi circonda e che mi confonde quando rivedo i miei ex colleghi costituisce per me una grandissima gioia e forse la più grande soddisfazione della mia vita.
Ho lasciato Siracusa alle 7,30 di mercoledì scorso, e, dopo cinque ore di navigazione tranquillissima, dopo aver doppiato capo Santa Croce e capo Campolato, dopo aver costeggiato la grande e bellissima baia di Brucoli e la Playa, sono entrato in porto. Ho ormeggiato al NIC, e subito l'incontro con Santo, vecchio subacqueo catanese e marinaio del club, mi ha messo di ottimo umore. Gli ho passato le cime, e mentre andavo a prua a legarmi al.corpo morto, lui mi ha impiombato le cime, che si stavano sfilacciando. Poi è andato in acqua per pulire la carena di una barca vicina, ed ha approfittato per liberare la mia elica di una busta di plastica e per dargli una pulita, e questo rifiutando qualsiasi corrispettivo, solo per simpatia.
Al mattino successivo, la visita alla base del servizio Aereo della Guardia Costiera, dove ho incontrato tanti miei ex colleghi. E lì sono cominciate le emozioni, condite di abbracci e di allegria. Ho lasciato un gruppo di persone meravigliose. Orazio, Rosario, Fabrizio, Massimo, Santo, Antonio...Dopo 15 anni dal mio congedo, il loro affetto e la loro considerazione sono state per me un riconoscimento inestimabile. Voglio bene a questi uomini che erano poco più che ragazzi quando iniziarono questa avventura insieme a me ed ad uno sparuto gruppo di leggermente più anziani. Mi hanno commosso le parole di Santo ed il piccolo regalo di Massimo, che nel frattempo si è laureato in storia e filosofia, e mi ha voluto dare un libro che sicuramente mi servirà.
E poi gli amici, Giovanni, Matilde, Valeria. E non sono ripartito solo. Il figlio di Giovanni e Matilde, Federico, 21 anni ieri, che non era mai salito su di una barca a vela, dopo un paio d'ore di bordi e due sauri presi a traina, mi ha chiesto di venire con me sino a Crotone. Non sono più solo, ora ho gli occhi, le braccia  e la testa di un ragazzo che impara alla velocità della luce e che mi allevia di qualche fatica.
Sono felice di essere riuscito a passare da Catania. Lì c'è un pezzo della mia vita ed anche del mio cuore, ci sono persone a cui mi sento molto legato ed a cui voglio bene. Ci tornerò.
La partenza ieri sera alle 2030, una notte bellissima alternandoci di guardia, una manovra per lasciar passare una nave passeggeri, ed un alba stupenda a capo Spartivento. Poi vela, a tutte le andature, sino a Roccella, con l'intermezzo della cattura di altri tre sauri, e la visita di un paio di delfini. A Roccella ad accoglierci nientedimeno che il comandante del porto TV(CP) Indelicato, che ci ha piacevolmente intrattenuto per una mezzoretta. Poi pranzetto a base di pesce appena pescato e meritato riposo. Federico mi ha aiutato a dare l'olio al teck della coperta, ed ora siamo pronti per un buon metro di pizza.
La prossima, sarà l'ultima tappa, per Crotone, poi se ne riparlerà a primavera prossima, se tutto va bene.
Dovremmo partire domattina, ma il bollettino non promette niente di buono, quindi aspetteremo.
Alla prossima, quindi.












lunedì 9 settembre 2013

Siracusa

Ieri, in tarda mattinata, sono entrato nel porto vecchio di Siracusa, dove ha sede la Lega Navale.
L'atterraggio a Siracusa, provenendo da sud, è entusiasmante. Si doppia Capo di Murro di Porco, ed appare la città, circondata di bastioni. Sul lato sud della città vecchia c'è l'ingresso della rada, enorme e riparatissima. Qui sembra che il Padreterno abbia detto :" Qui ci facciamo un porto " e ci ha pensato lui. A l'uomo il disturbo di costruire qualche banchina ed il gioco è fatto. Dalla parte opposta dell'isola di Ortigia, questo il nome della città antica, il vecchio e più piccolo porto dove sono ora io, anch'esso quasi completamente naturale, ed anch'esso un ottimo rifugio, tranne che con il greco levante.
Qui arrivarono i greci nel VII sec. A.C., e vi fondarono quella che presto sarebbe diventata la più potente colonia della Magna Grecia, talmente potente da sconfiggere Atene e tener testa a Roma. Di qui il grande Archimede, genio dell'antichità, un po' il Leonardo da Vinci di quei tempi, ucciso da un soldato Romano, nonostante lo volessero assolutamente prendere vivo, ovviamente.
Camminare per le stradine di Ortigia ha qualcosa di magico. Credo che qui siamo nel massimo che una città marinara italiana possa offrire. Il barocco impera, un pò come nel nostro Salento, ed infatti le similitudini sono veramente tante. Nelle balconate di ferro battuto, nei portali dei palazzi nobiliari, nelle facciate delle chiese, e persino nella musicalità della parlata locale, che mi fà sentire....a Lecce !!
E mare, mare da tutti i venti. Tutte le stradine, che partono a raggiera da p.za Archimende, finiscono sui bastioni. La parte più bella quella che affaccia sulla rada, dove c'è la fonte Aretusa, colma all'inverosimile di papiri. Quando poi arrivi a P.za Duomo rimani letteralmente a bocca aperta. La bellezza allo stato puro.
Per arrivare qui, sono partito due giorni fà da Licata, per approdare a Porto Palo di Pachino, in una baia chiusa da due lunghi moli, con cortissime banchine invase da centinaia di pescherecci, ma con tanto spazio, di fronte alla spiaggia, per una notte tranquilla alla fonda. Il tramonto e l'alba tra l'isola delle correnti e capo Passero sono davvero suggestivi.
La navigazione da Licata, salutato il mio amico Gaetano, Com.te del pontone Portofino, sardo di Porto Torres, che mi ha dato ospitalità accanto a lui per cinque giorni, praticamente adottandomi, è stata tranquilla, un terzo a vela, con un pò di vento in faccia al traverso di Pozzallo, dove ero originariamente diretto, ma che ho saltato volentieri, avvantagiandimi di quasi venti miglia. Avrei voluto fermarmi a Scoglitti e a marina








































che hanno dei dintorni bellissimi, ma la forzata sosta ad Agrigento ed a Licata a causa dei temporali, mi ha fatto accumulare un notevole ritardo sulla mia tabella di marcia, e così eccomi a due passi da Catania, la mia prossima meta e la mmia ultima destinazione siciliana. Lì farò festa, tanti amici ad aspettarmi e non vedo l'ora di vederli.
A presto